Nel corso dell’Ottocento si diffuse a Conselice la risicoltura.
I primi terreni ad essere utilizzati per la coltivazione del riso furono quelli prossimi alle paludi, situati nella parte nord del territorio comunale tra Lavezzola ed il Po di Primaro, che, alla metà del secolo, si estendevano fino alle porte dell’abitato di Conselice e San Patrizio.
Nel 1890 si verificò a Conselice un grave fatto di sangue.
Il 20 e 21 maggio si erano radunati in Piazza maggiore alcuni braccianti ed alcune risaiole che reclamavano migliori condizioni di lavoro e di salario.
Le rivendicazioni precedenti, specialmente delle mondine, presso i proprietari delle risaie, non avevano prodotto nessuno effetto.
Dal canto loro, i braccianti avevano come interlocutore lo stato e il municipio. Il Ministero dei Lavori pubblici aveva finanziato i lavori di costruzione della ferrovia Ferrara-Ravenna-Rimini, che erano terminati l’anno prima (1889) e dunque centinaia di braccianti erano rimasti disoccupati e chiedevano la riapertura di nuovi cantieri.
Decisi a farsi sentire in Comune, si mossero tutti verso il municipio, ma le guardie chiamate a difendere la sede municipale spararono colpi d’arma da fuoco sui manifestanti: due mondine ed un uomo furono uccisi.
Questo episodio rappresentò un momento di svolta nella storia del paese e nella storia dei rapporti di lavoro di tutta la Pianura Padana. Dopo i fatti di Piazza maggiore, infatti, lo spontaneismo lasciò il posto alle prime forme di organizzazione sindacale.