Charles Ponzi nacque a Lugo nel 1882 e morì a Rio de Janeiro nel 1949. Fu un immigrato italiano negli Stati Uniti, dove divenne uno dei più grandi truffatori della storia americana, ideando il cosiddetto “schema di Ponzi”.
Nato a Lugo, trascorse a Parma l’adolescenza. Si iscrisse all’Università La Sapienza di Roma, ma, rimasto senza soldi, fu costretto ad abbandonare gli studi.
Tentò la fortuna imbarcandosi per gli Stati Uniti.
Nel 1903 giunse a Boston dove trovò impiego come lavapiatti in un ristorante. Riuscì a farsi promuovere cameriere, ma venne ben presto licenziato per piccoli furti.
Nel 1907 si trasferì a Montreal (Canada), dove divenne consulente del Banco Zarossi, giovane banca fondata per gestire i risparmi degli immigranti italiani. La banca però stava versando da tempo in gravi difficoltà economiche, a causa di alcuni prestiti immobiliari sbagliati, tanto che alla fine fallì. Ponzi rimase a Montreal per racimolare i soldi per il viaggio di ritorno negli Stati Uniti, ma scoperto come l’artefice di alcune azioni fraudolente, venne incarcerato in una prigione del Québec.
Scontato il suo debito con la giustizia Ponzi, tornò a Boston dove iniziò ad occuparsi di alcuni affari che lo portano ad ideare un sistema per fare soldi senza grande impegno.
Il sistema consisteva nell’inviare soldi in Italia, far acquistare da un mandatario dei Buoni di Risposta Internazionali, inviarli negli USA, scambiarli con francobolli statunitensi e vendere i francobolli.
Costituì quindi una società per promuovere il suo sistema che in effetti iniziò a funzionare e a dare i suoi frutti, tanto che nel giro di breve tempo riuscì ad acquistare addirittura una banca.
Ma quella ideata da Ponzi non era altro che una “bolla finanziaria” nella quale ben presto iniziarono ad aprirsi delle falle che portarono al totale fallimento della Società.
Il 1 novembre 1920, Ponzi venne dichiarato colpevole di frode postale e condannato alla pena di cinque anni da scontare in una prigione federale. Ponzi venne rilasciato il 7 ottobre 1934, immediatamente espatriato e ricondotto in Italia. Trascorse gli ultimi anni di vita in povertà a Rio de Janeiro.
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