Francesco Baracca nacque a Lugo il 9 maggio 1888 e morì nel 1918. Fu aviatore nella Prima Guerra Mondiale.
Dopo aver frequentato la scuola superiore a Firenze, nel 1907 entrò all’Accademia Militare di Modena, dalla quale uscì due anni più tardi con il grado di sottotenente.
Dopo un anno passato alla Scuola di Cavalleria di Pinerolo, nel 1910 venne assegnato al 2° Reggimento di Cavalleria “Piemonte Reale”. In quegli anni, decise di frequentare un corso di pilotaggio e nel 1912 conseguì il brevetto di pilota in Francia, a Reims, poi seguirono i brevetti italiani civili e militari.
Vittorie e medaglie
Con il grado di tenente, nel 1914, venne assegnato al Battaglione Aviatori. La prima vittoria, che gli fece guadagnare una medaglia d’argento al valore militare, arrivò il 7 aprile del 1916 nel cielo di Medeuzza, prima vittoria ufficiale dell’Italia nel conflitto. Alla fine dello stesso anno, sarà promosso al grado di capitano.
Nel 1917 adottò, come insegna personale, il cavallino rampante di colore nero. Il 19 giugno 1918 decollò per quella che fu la sua ultima missione: venne abbattuto sul Montello e i suoi resti vennero trovati solo quattro giorni più tardi.
A Francesco Baracca è ancora oggi intitolata la novantunesima Squadriglia. Ha ricevuto oltre a tre medaglie d’argento e una d’oro, decorazioni al merito da parte di Francia, Gran Bretagna, Serbia e Belgio.
Per numero di vittorie riconosciutegli è considerato l’Asso degli Assi italiani della Prima Guerra Mondiale.
Il cavallino rampante
L’insegna personale di Baracca, che l’asso faceva dipingere sulle fiancate dei suoi velivoli, era il famoso cavallino rampante, che nel 1923, qualche anno dopo il termine della Prima Guerra Mondiale, fu donato a Enzo Ferrari per ornare le vetture della ditta. Per approfondire clicca qui
Il museo
A Lugo si trova il Museo intitolato e dedicato all’eroe della Prima Guerra mondiale (Via Baracca, 65 – Lugo).
Al suo interno è ospitato lo SPAD VII, l’aereo di fabbricazione francese su cui Baracca conseguì una delle sue 34 vittorie, oltre a numerosi cimeli personali, documenti d’epoca e un G91Y, dono dell’Accademia Militare Italiana.
Il museo costituisce il fulcro di un percorso urbano che comprende il celebre Monumento del 1936 dello scultore Domenico Rambelli e la Cappella sepolcrale collocata nel cimitero cittadino.
(Aggiornato al 09/10/2024)