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LA CENTURIAZIONE ROMANA

Elemento distintivo del tratto di pianura che dalla Via Emilia scende verso nord-est, sono le tracce ancora visibili della centuriazione romana, cioè di un complesso strumento di organizzazione sociale e di trasformazione territoriale mirato al migliore sfruttamento del suolo agricolo.

La centuriazione organizzava il territorio in parti regolari, attraverso la realizzazione di estese opere di canalizzazione e viabilità disposte lungo assi ortogonali (limites) distinti in decumani e cardini, solitamente orientati rispetto i punti cardinali: il decumano massimo rappresentava infatti il percorso del sole (in senso est-ovest), mentre il cardine massimo, l’asse dell’universo (nord-sud).
Le maglie della centuriazione erano solitamente quadrate, con una dimensione di 20×20 actus.
In alcuni casi l’orientamento degli assi era determinato da caratteristiche morfologiche del terreno. Per quanto riguarda la pianura romagnola, il decumano massimo è rappresentato dalla via Emilia, strada consolare tracciata nel 187 a.C., che collegava tutti i centri pedemontani. Tra la via Emilia e i cardi massimi passanti per Faenza e per Imola, si circoscrive un’area che coincide con l’agro Faentino-Imolese (II e I secolo a.C.). L’agro imolese, compreso tra i fiumi Sillaro e Senio, includeva, in particolare, i territori di Lugo, Fusignano, Massa Lombarda e Conselice, nonché gran parte di quelli di Bagnacavallo e Cotignola. I decumani, poi, si spingevano oltre le attuali località di S. Savino, S. Bernardino e Conselice, ai confini con l’antica “Padusa”, area valliva bonificata nel ‘500, mentre il cardo maximo potrebbe individuarsi nella via Selice.

Con la crisi dell’impero romano, nel V e VI sec. d.C., le campagne vennero in parte abbandonate; le infrastrutture della centuriazione, prive delle necessarie opere di manutenzione e un regime idrico non più sotto controllo, trasformarono il territorio in spazi acquitrinosi e selvaggi.

Un controllo del territorio si avrà solo dopo il Mille quando una capillare organizzazione insediativa ritraccia l’originale reticolo cancellato dopo secoli di abbandono.

Ancora oggi, strade, corsi d’acqua e la stessa disposizione dei filari e dei campi ricalcano spesso i limites della centuriazione. Ed è così che, a meno di eventi radicali, come ad esempio alluvioni o variazioni del percorso dei fiumi, le trasformazioni del tessuto agricolo negli ultimi 2000 anni sono state in realtà modeste. Ad eccezione dei centri urbani, che già dall’epoca medioevale conoscono trasformazioni che spesso cancellano la struttura romana preesistente, le trasformazioni nelle campagne sono relativamente recenti, collocabili nell’ultimo secolo e mezzo, quando nuove infrastrutture, come ferrovie, strade e autostrade, o nuove opere idrauliche come ad esempio il canale emiliano romagnolo, vanno a “rompere” le maglie dell’antico tracciato romano.

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