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MARIO GIACOMONI (1924-1984)

Nacque a Prati di Bagnacavallo nel 1924, da una famiglia di braccianti, e morì nel 1984.

Dopo aver frequentato la Scuola Tecnica, iniziò a lavorare come bracciante agricolo.

Fin da giovanissimo aderì al movimento antifascista e, nel 1943, si iscrisse al Partito Comunista, clandestino. Chiamato a prestare servizio militare di leva, l’8 settembre 1943, venne inviato nella caserma del Genio a Firenze, da dove fuggì, sottraendosi alla cattura da parte dei tedeschi.

Si unì subito alle formazioni partigiane dell’8ª Brigata Garibaldi, che combatteva nell’Appennino forlivese attorno a S.Sofia, fino alla primavera del ’44.
Scese poi a Bagnacavallo, dove operò coi partigiani locali fino all’autunno, quando entrò a far parte della 28ª Brigata Garibaldi, che combatteva nelle valli attorno a Ravenna, divenendo commissario politico del Distaccamento “Sauro Babini”. Con la 28ª partecipò alla liberazione di Ravenna all’inizio del dicembre ’44.

Tornò nella zona di Bagnacavallo con le truppe canadesi, collaborando con queste alla liberazione della città con diverse azioni, fra cui quella compiuta assieme a Bruno Cristofori, che gli valse nel giugno del 1984 il conferimento alla Medaglia d’Argento al Valor Militare. Liberata Bagnacavallo, proseguì con la 28ª sul fronte verso nord, fino al Veneto, dove le formazioni partigiane, alla fine della guerra, furono smobilitate.

Tornò a Bagnacavallo, dove fece parte del Comitato di Liberazione provinciale e, per un breve periodo, della polizia partigiana.
Diresse la Camera del Lavoro e la Lega dei Braccianti. Fu segretario comunale del Partito Comunista. Eletto Consigliere Comunale per la prima volta nel 1951, decadde dalla carica nel 1956 a seguito di una condanna riportata nel corso delle lotte sindacali di cui era animatore. Rieletto nel Consiglio Comunale nel 1961, vi è rimasto fino alla morte. Fu assessore dal 1961 al 1969. Fu eletto sindaco, carica che ricoprì fino al 1978.
Dimessosi dalla carica di sindaco, pur rimanendo in Consiglio Comunale, entrò a far parte del Comitato di gestione del Consorzio socio-sanitario e poi dell’Unità Sanitaria Locale, dove è rimasto fino a pochi mesi dalla morte, allorchè dovette dimettersi per il grave stato di salute in cui versava.
(Tratto da Le Voci della Memoria – Comune di Bagnacavallo 1995).

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