Stefano Pelloni nacque nel 1824 a Boncellino, frazione di Bagnacavallo, e morì nel 1851 nel territorio di Russi. Fu uno dei più potenti banditi del XIX secolo del nostro territorio.
Nato il 4 agosto 1824 nella campagna di Boncellino di Bagnacavallo, ultimo di numerosi fratelli, si dimostrò ben presto inadatto allo studio, alle regole e soprattutto al sacerdozio, verso il quale desideravano indirizzarlo i genitori.
Incriminato ed arrestato più volte, evaso durante il trasferimento al carcere di Ancona dove avrebbe dovuto scontare una pena ai lavori forzati per il furto di due fucili da caccia e per la fuga dal carcere di Bagnacavallo, si diede definitivamente alla macchia e formata una banda di briganti divenne noto col nome di “Passatore“, soprannome ereditato dal padre che svolgeva il mestiere di traghettatore o passatore sul fiume Lamone.
Tra il 1849 e il 1851 dominò i paesi delle legazioni, cioè le provincie di Bologna, Forlì, Ravenna e Ferrara sconfinando all’occasione anche nel Granducato di Toscana, tenendo in scacco sia il Governo Austriaco che quello Pontificio. Invase e saccheggiò diverse cittadine, tra cui Bagnara di Romagna, Cotignola, Brisighella, Castel Guelfo e Forlimpopoli, derubò un numero elevatissimo di persone, ne uccise almeno venti personalmente, diede l’assalto diverse volte alle diligenza dello Stato Pontificio.
La sua impresa più famosa avvenne a Forlimpopoli il 25 gennaio 1851, quando assaltò il teatro con la sua banda. All’inizio del secondo atto, all’apertura del sipario, anziché gli attori il pubblico vide comparire sul palcoscenico il Passatore con tutta la sua banda. Gli spettatori furono tutti rapinati e sequestrati per oltre tre ore; alcuni di essi furono accompagnati nelle proprie case oppure si utilizzarono le loro conoscenze per entrare nelle case di altre persone, case che furono tutte ripulite. Fra le famiglie rapinate vi fu anche quella di Pellegrino Artusi; una sorella dell’Artusi, per lo spavento, si rifugiò sul tetto della casa e a seguito dell’accaduto impazzì.
Le imprese del Passatore terminarono il 23 marzo 1851 con la sua uccisione in un conflitto a fuoco, nella tenuta Molesa nel territorio di Russi, a poca distanza dalla casa paterna.