L’importanza che il ruolo di Francesco Baracca ha avuto durante la prima guerra mondiale è stata tanto grande da trasformare la figura di questo aviatore in un vero e proprio mito.
Mito legato anche al cavallino rampante delle “rosse” di Maranello.
Molto si è scritto su di lui ed è interessante notare due tipologie principali di tutti i testi che hanno studiato la sua vita.
Da una parte si tende a sottolineare la figura di un eroe umano e cavaliere in combattimento, che considera gli scontri aerei come dei veri duelli tra gentiluomini, un entusiasta dello spettacolo aereo, della lotta e della vittoria (strumentalizzato poi nel periodo fascista, durante il quale Francesco Baracca servì come simbolo della mistica e dell’ideologia della Nuova Italia, presentato come un eroe dedito solo alla difesa della patria).
L’altra interpretazione è quella, invece, di un Baracca più combattivo, incapace di pietà verso il nemico, una macchina da guerra senza cuore e ligio solo al dovere militare.
Nonostante l’esistenza di queste differenti rappresentazioni dell’aviatore, quella che oggi viene meglio accolta è quella di un uomo comune, sensibile alla modernità, attento ai vantaggi della carriera cioè, l’evasione dalla routine quotidiana e il successo.
Le sue memorie sono raccolte nel Museo a lui dedicato.