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STREET ART A COTIGNOLA: Dal museo al paesaggio

“Dal museo al paesaggio” è un progetto che dal 2013 disegna una mappa attraverso un percorso di muri dipinti che dal centro storico di Cotignola, partendo dal Museo civico Luigi Varoli, si irradia e ramifica congiungendosi, non solo idealmente, al paesaggio e alla campagna, ai parchi e alle aree naturalistiche, approdando infine al luogo in cui durante il mese di luglio, in una golena del fiume Senio a Cotignola, si svolge “L’arena delle balle di paglia”. A partire dalla seconda metà del mese di maggio 2018 la costellazione di muri dipinti tracciata in fieri dal progetto, si arricchisce ed espande grazie a una sequenza di nuovi interventi a opera di street artists che, com’è caratteristica e missione di questa sorta di museo espanso e geografia, restituiranno una serie di immagini ispirate e intrecciate a storie, memorie, identità, fantasmi e suggestioni specifiche del territorio.

Per visualizzare la MAPPA delle opere elaborata da Romagna Sentieri, clicca qui
Di seguito l’elenco delle tappe di questo affascinante percorso di street art

  • “La Madonna della lepre” di Irene Lasivita (2017)
    Dove: Via Cenacchio
    Il murale è realizzato su di un’enorme parete di una casa colonica.
  • “Papaveri&Upupe” di Reve Più (2016)
    Dove: Via Cenacchio
    Il murale è stato realizzato in occasione di Nell’Arena delle Balle di Paglia,e si ispira al paesaggio di campagna, abitato bucolicamente da upupe, passerotti e papaveri, svolazzanti foglioline e altre presenze familiari a questi piatti e laboriosi panorami. Un disegno vivacissimo e coloratissimo, abbozzato per tracce e porzioni quasi come un dipinto non finito.
  • “Nasce dall’unione della terra con il sole” di Gola Hundun (2017)
    Dove: Via Peschiera
    Una casa pericolante avvolta dall’edera, uno scenario temporaneo per un’opera destinata a lasciare solo la propria bellezza
  • “Volti” di Gonzalo Borondo (2013)
    Dove: Arena delle balle di paglia (dintorni di Via Cenacchio, dove il fiume Senio incontra il Canale Emiliano Romagnolo)
    L’artista madrileno ha eseguito l’opera su una parete a ridosso dell’argine, con uno stile estremamente pittorico e tonale che fa emergere due volti: il primo ha gli occhi sbarrati e bocca aperta, quasi stupito o assorto, il secondo ha gli occhi chiusi e sembra in contemplazione o nel sonno.
  • “Muzio Attendolo Sforza” di James Kalinda (2016)
    Dove: Via Pascoli (tratto compreso tra Via Matteotti e Corso Sforza)
    Il muro raffigura Giacomo Attendolo (Cotignola 1369–Pescara 1424) soprannominato Muzio, detto poi Sforza, un condottiero e capitano di ventura, conte di Cotignola e capostipite degli Sforza, una delle famiglie più importanti del rinascimento italiano, signori di Milano e Pesaro.
  • “Lucia degli Attendoli” di Signora K (2016)
    Dove: Via Pascoli (tratto compreso tra Via Matteotti e Corso Sforza)
    Il murale raffigura Lucia Terzani da Torgiano, nota anche come Lucia da Torsciano, che è passata alla storia per essere stata l’amante del condottiero Muzio Attendolo Sforza, conte di Cotignola, dal quale ebbe otto figli, tra cui Francesco Sforza. Lucia è raffigurata mentre si porta, con mani affusolate, al grembo e ai seni, un mazzo di fiori dorati, fiori con cui si adorna i capelli. Sotto di lei, ancora inconsapevole e bambina, ma segnata da un futuro già scritto, la futura dinastia degli Sforza.
  • “Distributore non automatico di coraggio” di Collettivo FX (2015)
    Dove: Piazzale Amendola/Via Matteotti
    In una cabina Enel, una serie di quadri e finestre ricordano alcuni dei protagonisti di quei lunghi 145 giorni in cui il fronte stazionò sulle sponde del fiume Senio, dal novembre ’44 fino alla liberazione del paese avvenuta il 10 aprile del ’45. Ci sono i volti dei quattro Giusti tra le Nazioni cotignolesi, Luigi e Anna Varoli, Vittorio e Serafina Zanzi, che fecero parte di un’anomala e straordinaria rete della solidarietà che coinvolse un’intera comunità nell’opera di protezione e accoglienza, non solo di quarantuno ebrei, ma anche di rifugiati politici, sfollati e chiunque fosse braccato e in difficoltà.
  • “La Segavecchia e i mascheroni di Luigi Varoli” di Marina Girardi e Rocco Lombardi (2016)
    Dove: Via Matteotti
    L’opera rappresenta la Segavecchia portata in parata dai buoi e circondata dalle celebri teste in cartapesta fatte dall’artista cotignolese Luigi Varoli; queste maschere, caricature un po’ felliniane, che raffigurano bevitori e perdigiorno quali La Rusita, La Flema, Gori e Maroc, sono conservate al museo al primo piano di Palazzo Sforza.
  • “Dietro ogni matto c’è un villaggio” di Collettivo FX (2015)
    Dove: Via Matteotti
    L’opera rappresenta i matti del paese immortalati dall’artista Luigi Varoli nelle sue straordinarie maschere di cartapesta fatte quasi settant’anni fa in occasione della prima Segavecchia del dopoguerra, ora conservati al museo nella sede di Palazzo Sforza.
  • “Cotogno” di Reve Più (2018)
    Dove: Via Matteotti
    Questo murale può essere osservato appieno solamente dalle scale del Municipio.
  • “Cat boy” di Martoz (2017)
    Dove: Via Cairoli 6
    E’ forse il gatto più grande d’Europa ed è disegnato su una facciata della Scuola Arti e Mestieri, riprendendo i personaggi del suo fumetto “La mela mascherata”, ambientato proprio a Cotignyork.
  • “La fatucchiera” di Martoz (2018)
    Dove: Via Cairoli 6
    Un altro personaggio di fantasia della Cotignola immaginaria dell’autore.
  • “Colori dentro, colori fuori” di Zosen Bandido e Mina Hamada (2018)
    Dove: Via Cairoli 6
    Si completa la Scuola Arti e Mestieri: ora anche la parete posteriore dell’edificio è dipinta.
  • “Maestro” di Massimiliano Fabbri (2018)
    Dove: Via Cairoli 6
    “Maestro” Luigi Varoli, indossando una maschera caricaturale di se stesso, esce dalla Scuola Arti e mestieri ed entra nel paesaggio
  • “Fragrantia durat herculea capta manu” di Gio Pistone (2018)
    Dove: Via Cairoli 6
    Una nuova interpretazione dello stemma araldico di Cotignola
  • “La Segavecchia” di Zosen Bandido e Mina Hamada (2017)
    Dove: Parco Bacchettoni (Via Cairoli/Via Roma)
    I due artisti con base a Barcellona hanno reso omaggio alla sagra più antica di Cotignola, dipingendo una loro gioiosa interpretazione e rilettura di questa secolare tradizione locale
  • “Vassura” di About Ponny (2018)
    Dove: Via dal Rio 16
    L’artista cotignolese dedica un muro a Giuseppe Vassura, aviatore cotignolese caduto in missione il 27 ottobre 1918, durante la Grande Guerra, a cent’anni dalla morte
  • “L’arzdora” di Hyuro (2018)
    Dove: Via Roma
    Il tema dell’emancipazione femminile in quest’opera dedicata alle donne che facevano sentire la propria voce in una famiglia fortemente patriarcale e gerarchica
  • “Nel Senio della Memoria” di Marilena Benini in collaborazione con i ragazzi delle classi terze della secondaria di primo grado a.s. 2018/2019 (2019)
    Dove: Via Marconi 56
    I ragazzi delle scuole, insieme all’artista, hanno disegnato la Liberazione: il fiume di Cotignola, le località che attraversa, il fronte che nel 1944-45 portò morte e distruzione.
  • “Operazione Bandiera bianca” di About Ponny in collaborazione con i ragazzi delle classi terze della secondaria di primo grado a.s. 2017/2018 (2018)
    Dove: Via Marconi 56
    L’atto eroico di Don Stefano Casadio e del partigiano Leno Casadio, rivive in questo murale realizzato con la collaborazione dei ragazzi della scuola media Varoli.
  • “Grano” di Gola Hundun & Tellas (2018)
    Dove: Via Canossa/Via Marconi
    L’ex consorzio agrario si tinge di grano, alimento base della civiltà contadina, e di panorami collinari, gli stessi che si possono ammirare in lontananza camminando sugli argini del Senio.
  • “Simboli e protezione” di Dem (Terrena 2019 – 2020)
    Dove: villaggio Unrra, tra tra le vie Pascoli e via Alighieri
    L’opera è all’interno del villaggio Unrra (acronimo di United Nations Relief and Rehabilitation Administration), edificato nell’immediato secondo dopoguerra per l’assistenza e la riabilitazione delle zone particolarmente danneggiate dalla catastrofe bellica, come appunto Cotignola. Opera focalizzata sui simboli di protezione, tra magia, ragione e storia, ispirata dal “Mondo magico” dell’antropologo Ernesto de Martino, di passaggio a Cotignola durante il passaggio del fronte.
  • “Ciclismo” di ABOUT PONNY (2020)
    Un murale dedicato a Michele Gordini, detto Bucàza, nato a Budrio di Cotignola il 23 aprile 1896 e morto a Cotignola il 22 febbraio 1970, è stato un ciclista professionista tra il 1920 e il 1932. Partecipò sette volte al Giro d’Italia, classificandosi settimo nel 1923, e prese parte a tre edizioni del Tour de France.
  • “Volto di bambina” di Stinkfish (2017)
    Dove: San Severo, Via San Severo
    Il murale rientra nel “Cuma Project”, nato per sostenere le organizzazioni popolari e indigene in America latina. L’opera è caratterizzata dall’inserimento di elementi propri della storia locale.
  • “La Madonna dell’Adesso (o già pronta)” di Collettivo FX (2017)
    Dove: Budrio, Via Gaggio
    L’opera racconta il legame della comunità di Budrio alla Beata Vergine, festeggiata ogni estate, è data dal particolare legame che questa figura religiosa ha con il territorio: difatti episodi reali o mitologici ne hanno trasformato il nome e creato un rapporto fortissimo con il popolo. La Madonna in molti casi rappresenta la Fede ma prima ancora il popolo stesso.
  • “SS. Madre Incoronata del Risveglio” di Collettivo FX (2017)
    Dove: Barbiano, Via del Castello
    In quest’opera del Collettivo FX la Santa Madre regge un foglio con una serie di quesiti rivolti all’intimità dei passanti.
  • “LI EXT AB IT” di Nicola Alessandrini (2018)
    Dove: Barbiano, Via Alberico da Barbiano
    Alberico da Barbiano, mercenario e capitano di ventura vissuto nella seconda metà del 1300, noto per la sua ferocia. Il suo motto era “LI-IT-AB-EXT” (“Italia ab exteris liberata” / Italia liberata dagli stranieri). Anche per questo la sua figura è entrata nel pantheon ideologico della propaganda fascista. Il murale è realizzato nella parete di una casa abitata da migranti e richiedenti asilo a Barbiano di Cotignola (RA): l’unico modo per riprodurre il personaggio di Alberico è stato privarlo della sua ferocia e presunta fierezza, esaltando il ridicolo insito in ogni violento e, di rimando, in chi mitizza la violenza.
  • “Stemmi” di Gino Pellegrini (2011)
    Dove: Barbiano, Piazza Alberico 7
    Non un vero e proprio murale, ma un’operazione di decoro della piazza, eseguita dallo scenografo Gino Pellegrini, che ha realizzato l’immagine del pianeta Terra visto dallo spazio nel celebre film di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello Spazio”.

 

(Aggiornato al 07/12/2020)

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